Con un recital di Véronique Gens alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, la Fondazione Palazzetto Bru Zane ha celebrato dieci anni di presenza sulla scena musicale europea
Nell'ottobre del 2009 apriva i battenti a Venezia, dopo accurati restauri, il seicentesco Palazzetto Bru Zane, scelto dalla Fondazione Bru quale sede del neonato Centre de Musique Romantique Française. Un'istituzione interamente dedita alla musica che ha visto la luce in Francia nell'arco di tempo dal 1780 al 1920:, periodo attraversato appunto dal grande romanticismo ottocentesco.
Partiva così un duplice processo di recupero: da una parte, di autori trascurati sebbene importanti, quali Fromental Halévy, Théodore Dubois, Alain Alkann, Félicien David, alcuni dei quali oggetto di appositi festival; sull'altro versante, l'esplorazione del repertorio meno noto di compositori celebri quali Cherubini, Gounod, Saint-Saëns, Massenet, promuovendo la riscoperta di pagine scomparse dal repertorio corrente. Rivolgendo,infine, anche un'affettuosa attenzione all'operetta, prendendo le mosse da Hervé ed Offenbach – i padri della “piccola lirica” francese - per arrivare a Messager ed Yvain.
Un itinerario di preziose riscoperte
Si può dire insomma che ogni genere – teatro, musica sacra, strumentale e vocale – abbia ricevuto le attenzioni del Palazzetto Bru Zane, tracciando un lungo ed articolato percorso di rivisitazioni, e di appassionanti riscoperte. Moltissimi i concerti e le rappresentazioni teatrali, che da Venezia si sono man mano allargate in tutta Europa, sino a creare persino due Festival Bru Zane a Parigi ed a Montréal in Canada.
E poi organizzazione di convegni, pubblicazioni di libri e partiture, nonché di innumerevoli CD, suddivisi tra produzioni proprie e collaborazioni con case discografiche. Un percorso riassunto, in qualche modo, in un box di 10 CD appena pubblicato, The French Romantic Experience. C'è persino una Bru Zane Classical Radio captabile on line, dalla quale viene trasmesso senza interruzioni l'imponente catalogo musicale del Palazzetto.
Un concerto composito, ma con una traccia coerente
Questi dieci anni di fervida attività sono stati festeggiati a Venezia con un concerto intitolato Une nuit d'été, allestito nella splendida Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista, che vedeva brani cameristici di Fauré, La Tombelle e Widor intercalare alcune chansons imperniate su due temi appassionanti, sovente intrecciati fra loro: le tenebre notturne e l'amore deluso.
Ecco quindi sfilare, mediati dalla profondità interpretativa e dalla squisita sensibilità del soprano Véronique Gens, e sostenuti strumentalmente dall'impeccabile e duttile quintetto d' archi e piano I Giardini, il sinuoso Nocturne di Guillaume Likeu, l'evanescente La lune blanche di Fauré, la danzante L'île inconnue di Berlioz, il flessuoso fandango de Nuit d'Espagne di Massenet, l'esotismo onirico di Dèsir de l'Orient di Saint-Saëns, la disperata Chanson perpétuelle di Chausson, la struggente invocazione di Ceux qui, parmi le morts d'amour di Guy Ropartz. Con un finale “leggero” che vede sfilare La vie en rose della Piaf, e due pagine d'operette novecentesche, entrambe scandite a 3/4: J'ai deux amants di Messager e La dernier valse di Reynald Hahn. Brani perfetti per mettere in luce la verve d'una cantante maliziosa e sbarazzina. Fuori programma, come bis, l'estasi di Aprés un rêve di Fauré.